Archivio tesi premiate

dott. Francesca Maria La Mantia
"L'intestazione di beni a nome altrui"

Relatore Ch.mo Prof. Carmine Donisi

La tesi affronta le tematiche più attuali inerenti la cd. “intestazione di beni a nome altrui”. Tale fattispecie ricorre nelle ipotesi in cui un soggetto acquista, con denaro proprio, un bene (normalmente un immobile), “intestandolo” ad un diverso soggetto. L’ipotesi più diffusa è quella dell’acquisto di immobile, da parte del genitore, in favore del figlio.
Nella prima parte della tesi, si ripercorrono storicamente i momenti salienti dell’elaborazione giurisprudenziale e dottrinale della fattispecie, se ne evidenziano le finalità pratiche, essenzialmente individuate nell’intento di evitare l’imposizione fiscale e di pervenire ad una “sistemazione” anticipata dei rapporti successori tra i discendenti.
Individuati gli elementi strutturali “tipici” della fattispecie, l’elaborato prende in esame i rapporti tra l’ “intestazione a nome altrui” e le fattispecie di interposizione di persona, evidenziandone, alla luce della casistica giurisprudenziale, la sostanziale autonomia.
In particolare, si osserva come, nelle ipotesi di “intestazione”, l’acquisto del bene, in capo al destinatario, è sempre voluto e non dà luogo ad obblighi di ritrasferimento. In tal modo, si coglie la distinzione sia con le ipotesi di interposizione “fittizia” (caratterizzate dalla natura simulata dell’acquisto effettuato dall’interposto), sia con le ipotesi di interposizione “reale” (in cui l’interposto acquista realmente, ma con l’obbligo di ritrasferire il bene all’interponente). Tali precisazioni consentono di collocare la fattispecie in esame nell’ambito delle liberalità e di focalizzare l’attenzione sulla vexata quaestio dell’individuazione dell’oggetto della liberalità realizzata mediante l’ “intestazione a nome altrui”.
Si tratta, infatti, di stabilire se, in tali casi, ricorre una donazione (diretta o indiretta) del denaro impiegato per l’acquisto, ovvero del bene acquistato con lo stesso.
L’esatta comprensione della rilevanza di tale problematica rende necessario un preventivo cenno agli istituti del diritto successorio coinvolti da tale fattispecie. La seconda parte della tesi è dedicata, appunto, all’individuazione di tali istituti e all’esame delle norme che più di frequente vengono in rilievo nella casistica giurisprudenziale. Si illustrano, conseguentemente, i tratti essenziali degli istituti dell’imputazione ex se, dell’azione di riduzione, della collazione, evidenziando la rilevanza pratica, in tale ambito, della esatta individuazione dell’oggetto della liberalità realizzata con l’ “intestazione a nome altrui”.
La terza parte dell’elaborato è dedicata all’analisi dei meccanismi negoziali attraverso cui si attua l’ “intestazione”. Si parte dal presupposto che tale fattispecie non è caratterizzata da uno schema negoziale unico, ma individua, essenzialmente, un risultato –l’intestazione del bene ad un soggetto diverso da colui che fornisce il denaro- che, nella prassi, può essere conseguito con modalità estremamente diverse le une dalle altre.
La diversità dei congegni negoziali utilizzati induce ad escludere la possibilità di pervenire ad una soluzione unica anche in ordine alla tematica dell’individuazione dell’oggetto della liberalità. Tale conclusione viene esaminata criticamente anche alla luce della famosa sentenza delle Sezioni Unite (n. 9282/1992), che, nel lodevole intento di porre fine al decennale contrasto di orientamenti, ha ricondotto le fattispecie di “intestazione” nell’ambito delle liberalità indirette aventi ad oggetto il bene acquistato e non il denaro impiegato per l’acquisto.
L’approccio unitario proposto dalle S.U. –ed essenzialmente condiviso anche dalla giurisprudenza successiva- offre spunti di riflessione anche sulle tematiche del collegamento negoziale, del “procedimento” e del contratto a favore del terzo, che viene ad assumere un ruolo “centrale” nel tentativo di ricostruzione unitaria delle fattispecie di “intestazione”.
L’ultima parte dell’elaborato si sofferma su uno dei meccanismi negoziali più utilizzati per realizzare l’ “intestazione a nome altrui”. E’ l’ipotesi del contratto preliminare concluso dal beneficiante, con indicazione, nel definitivo, di un soggetto diverso in veste di acquirente e, dunque, di beneficiario dell’attribuzione patrimoniale.
L’esame della fattispecie offre lo spunto per l’approfondimento di tematiche estremamente attuali, quali la natura e la funzione della clausola “per sé o per persona da nominare”, i rapporti preliminare-definitivo, la distinzione tra preliminare e cd. “compromesso” e la “ripetizione” del negozio.

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