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dott. Giuseppe Bosco
"Pubblicità immobiliare e funzione notarile"

Relatore Ch.mo Prof. Carmine Donisi

La tesi si articola in tre capitoli.
Nel primo capitolo l’autore, dopo aver delineato i rapporti funzionali tra la trascrizione e la pubblicità, procede ad un esame, in forma comparativa, dei sistemi latu sensu pubblicitari vigenti in altri Stati, ponendo in evidenza il nesso esistente tra la trascrizione ed il cosiddetto principio consensualistico, verificando la portata di detto principio, nonché i condizionamenti che esso opera nei confronti del sistema della pubblicità immobiliare.
Vengono poi esaminate le diverse opinioni sul funzionamento della trascrizione, soffermandosi in particolare sulle teorie più risalenti, che negano l’efficacia del consenso traslativo (Mirabelli, Scalisi), sulla teoria della legittimazione autonoma (N. Coviello e T. Ravà), su quella della condicio iuris risolutiva (Maiorca, R. Nicolò, F. Gazzoni), nonché sulla teoria processualistica (L. Ferri).
L’autore passa poi ad esaminare il rilievo di ciascuna delle opinioni esaminate rispetto al problema della responsabilità ex art.2671 c.c., che sancisce l’obbligo, per i notai e per gli altri pubblici ufficiali che ricevono o autenticano l’atto soggetto a trascrizione, di curare l’esecuzione della formalità nel più breve tempo possibile, pena il risarcimento del danno in caso di ritardo.
Il primo capitolo si chiude con alcune considerazioni conclusive sulla trascrizione immobiliare, che deve essere considerata un’autentica forma di pubblicità, predisposta al fine della conoscibilità legale di determinate vicende, che coinvolge interessi pubblici di una collettività indifferenziata; ragion per cui il mancato funzionamento o il mancato prodursi degli effetti è fonte di responsabilità aquiliana.
Il secondo capitolo è dedicato alla funzione notarile.
Dopo un excursus storico della funzione notarile dal diritto romano ai nostri giorni, ci si sofferma sull’analisi della figura del notaio, quale emerge dall’art.1 della legge n.89 del 1913 (legge notarile), e si sottolineano le differenze tra il notariato latino e quello anglosassone.
Segue un esame delle teorie, remote e recenti, sulla funzione notarile e in particolare del pensiero di Carnelutti, di D’Orazi – Flavoni (dicotomia funzionale), di Giacobbe e di Lipari.
Particolare risalto viene dato alla funzione sociale del notaio, emersa con particolare rilievo nel corso della Tavola rotonda di Camerino del 1975, diretta dal prof. Perlingieri, nonché al ruolo propulsivo dell’art.28 n.1 della legge 89 del 1913, e all’opinione del prof. Donisi, il quale ritiene che il notaio abbia una funzione di controllo che non è solo di mera legalità, ma anche di liceità dell’atto ricevuto.
Nel terzo capitolo si esamina ed approfondisce la tematica della responsabilità del notaio ai sensi dell’art. 2671. Dopo alcuni cenni storici sulla responsabilità del notaio, si espongono le opinioni della dottrina e della giurisprudenza in ordine alla natura della responsabilità del notaio, da alcuni ritenuta responsabilità contrattuale, da altri responsabilità extracontrattuale e da altri ancora responsabilità mista.
Nell’esaminare le opinioni che propendono per la natura contrattuale della responsabilità, ci si sofferma sui criteri valutativi della diligenza del notaio e sulle posizioni giurisprudenziali al riguardo, nonché sulle implicazioni derivanti dalla introduzione della informatizzazione delle Conservatorie dei registri immobiliari.
Per le opinioni che ritengono la responsabilità extracontrattuale si esaminano il concetto e la portata del “danno ingiusto”, mentre per quelle che sostengono la responsabilità mista si valorizzano gli elementi pubblicistici della funzione notarile per sostenere la cumulabilità dei due tipi di responsabilità, a seconda de soggetti lesi.
Il lavoro si conclude ponendo in relazione la responsabilità civile del notaio con la norma dell’art. 2671 c.c., formulando l’opinione che detta responsabilità sia di tipo misto, contrattuale nei confronti delle parti e aquiliana rispetto ai terzi.

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